3 dic 2023

Ugo Di Girolamo - Scritti scelti

 

    L’idea di raccogliere gli scritti di Ugo Di Girolamo, è emersa appena dopo la sua morte, il 16 giugno 2022, ed è nata da parte dei curatori, dall’esigenza di mantenere vivo quel dialogo culturale che si era così repentinamente e inaspettatamente interrotto e dalla volontà della famiglia e dei suoi amici di non disperdere un patrimonio di analisi e riflessioni politiche sulla sua città e sull’Italia, né i frutti dei suoi numerosi studi storici, archeologici e antropologici, ma di condividerlo con la sua città, con chi l’aveva conosciuto ma soprattutto con tutti coloro che non avevano avuto occasione di interagire con lui.
    È questo il senso del progetto. Non un libro che fosse soltanto celebrativo, né il frutto nostalgico del ricordo dei bei tempi andati. Proporre il suo percorso culturale, il rigore nell’analisi della realtà, lo studio attento che emerge dai suoi scritti vuole essere un contributo per invitare alla riflessione quanti si affacciano alla vita sociale e politica, o più semplicemente cercano di comprendere il mondo che li circonda. Stimolare in particolare i giovani a non cercare facili scorciatoie, ma comprendere che ogni obiettivo che si intende raggiungere, ha bisogno di studio e riflessione critica.
        I testi pubblicati nel volume intendono fornire una visione complessiva del lavoro politico e culturale di Ugo Di Girolamo. Per facilitarne la lettura, si è ritenuto utile ordinarli secondo un criterio che documentasse i diversi approcci e la molteplicità di interessi dell’autore. Gli scritti politici sono stati suddivisi in sei capitoli che descrivono la traiettoria seguita in oltre mezzo secolo, dalla formazione comunista alla critica del comunismo, passando attraverso le esperienze vissute nella sua città e le riflessioni sulla politica nazionale. È l’itinerario di un’intera esistenza che va dalla speranza critica alla… critica disperata; dal progetto di modernizzazione (ancora del tutto valido e mai contemplato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo), all’impraticabilità del progetto stesso; dalla fiducia nella possibilità del cambiamento, al disincanto nei confronti di una città che ad un certo punto gli appare estranea ad un cotesto civile. Il punto di svolta che induce questa visione pessimistica è dato dall’approfondimento del problema “camorra”, che per Di Girolamo è nient’altro che una manifestazione, eclatante e sanguinosa, del fenomeno, pervasivo e inestirpabile, dato dalla natura del sistema politico, costruito com’è sul clientelismo e sulla corruzione – un sistema che, in quanto tale configura, secondo la distinzione weberiana, una tipologia feudale, non legale del potere.
    È questa visione ad indurre Ugo Di Girolamo allo studio matto e disperatissimo che caratterizza tutti gli scritti raccolti nella seconda parte del volume (Storia, antropologia, archeologia). La locuzione leopardiana non è per nulla fuori luogo, poiché il punto di innesco consiste nell’interrogativo sulle ragioni del fallimento politico e fa dello scacco subito la causa efficiente di un nuovo apprendimento.
Perché lo spazio della pólis è vanificato? La risposta, che può essere ricercata solo nell’ambito di un’indagine scientifica, è quanto mai chiara: perché non ci sono i polítes. I mondragonesi sono chiusi nel loro individualismo, non hanno a cuore la sorte della loro città, intesa come un organismo collettivo; i loro comportamenti sfiorano l’animalità, in quanto resistono, quasi per natura, a qualsiasi impulso di cambiamento.
    La terza sezione contiene le lettere, suddivise in due capitoli: le lettere politiche e le lettere al carcere. Le prime danno conto del fatto che l’autore si impegna costantemente a condividere le sue riflessioni con persone che, di volta in volta, riteneva potessero prestarsi ad un dialogo proficuo. Le seconde, descrivono una parabola congruente con quella che riguarda la visione politica. Si legge con chiarezza come l’autore passi gradualmente da un’intenzione didascalica (esiste un modo giusto di vivere e io intendo insegnartelo) ad una esperienza empatica caratterizzata dalla condivisione della dimensione del dolore.
Si è ritenuto utile premettere agli scritti una biografia dell’autore e il ricordo proposto dal procuratore della repubblica di Perugia, Raffaele Cantone.
    Come una sorta di appendice sono state pubblicate, in ordine alfabetico, alcune testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto e frequentato. L’immagine che emerge da queste memorie è senz’altro utile a ricostruire la personalità di Ugo nelle sue diverse manifestazioni.

                                                                                                            I curatori

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